Il Piccolo Museo del Cammeo ha come scopo principale quello di divulgare l’antico mestiere dei maestri incisori e dell’arte della scultura in miniatura. Non solo un museo dunque, ma il Piccolo Museo del Cammeo è anche un centro di formazione e di aggiornamento. Una scuola per chi desidera approfondire questa particolare forma d’arte. Una scuola che non poteva che essere a Napoli visto che i massimi esponenti dell’arte del cammeo appartengono proprio alla Campania.
Il nome deriva dalla parola francese “camaheu” di cui però non ne è nota la provenienza, forse deriva da un nome locale. Con il nome cammeo si può indicare indicare ogni gemma lavorata in rilievo metallico i vari strati di pietre dure. La varietà cromatica delle pietre dure permette di ottenere effetti suggestivi di alta scenografia, specialmente nelle composizioni allegoriche. Anche se la pietra più comunemente lavorata risulta essere e La Sardonica. La pietra Sardonica grazie alla connotazione naturale più compatta, permette ai maestri incisori di sviluppare tutto il proprio estro creativo e la propria inventiva.
Visitando il Piccolo museo del Cammeo, scopriamo però che parlando della storia del cammeo possiamo citare anche l’esperienza Ellenica, quando gli artisti eseguivano pregiati modellati di scena mitologiche e figure maschili e sinuose forme femminili. Il grande scultore e architetto Fidia lavorò l’avorio cimentandosi pregevolmente anche in arte orafa. Allo stesso modo presso Antinochia e forse nella stessa Alessandria si sviluppò una fervida e raffinata arte dell’incisione, ne è testimonianza un meraviglioso cimelio in sardonica, la “Tazza Farnese”, che si può ammirare al Museo Archeologico di Napoli insieme a una preziosa collezione di incisioni su pietre dure.
Quando si parla di cammeo di conchiglia inevitabilmente si fa riferimento alla città di Torre del Greco, dove dal 1805 sono fioriti laboratori e fabbriche. Il narrato storico ci racconta che Ferdinando IV di Borbone concesse a tale Paul Martin il permesso di collocare proprio a Torre del Greco una fabbrica laboratorio dove si esercitava la manifattura del corallo, della pietra dura e della pietra lavica, inoltre si introdusse la lavorazione del cammeo di conchiglia.
Nel tempo queste attività ebbero un sostanziale incremento, fino a contare 82 fabbriche nel lasso di pochi anni. A testimoniare quanto affermato vi sono stati ritrovamenti di opere in corallo, pietra lavica, e cammei incisi da ignoti, che, per soggetto e tecnica esecutiva si possono datare nella prima metà del XIX secolo.
Non esistono molti documenti storici che testimoniano il percorso storico recente del cammeo. Le maggiori testimonianze provengono dal narrato delle persone più anziane che testimoniano come la produzione artistica del periodo moderno del Cammeo inizia proprio con la lavorazione del corallo e della pietra lavica. Solo successivamente i maestri incisori cominceranno ad incidere le conchiglie, ed in particolare quelle rosa, la sardonica, la corniola, l’avorio, la madreperla, la porcellana e la malachite.
I cammei prodotti si montavano su oggetti da indosso come collane, parure, ciondoli e anelli e si esportavano in tutto il mondo. Progressivamente la produzione torrese si allargò a macchia d’olio e si delineò un monopolio. Così si avvertì la necessità di istituire una scuola che fosse in grado di assicurare una classe di artisti e artigiani di alto livello, nonché una produzione pregiata e raffinata.
Il 23 giugno del 1878 con Regio Decreto di Umberto I venne fondata la scuola per la lavorazione del corallo. Solo successivamente, nel 1886, sarà fondata anche quella quella del cammeo. Sarà qui che il cammeo diverrà in breve tempo punto di riferimento per la formazione delle nuove generazioni di artisti.
Oggi, grazie alle conchiglie importati da marinai torresi dai mari e il prezioso bulino , uno strumento inventato da Antonio Ciminiello nel XVI secolo, i maestri incisori realizzano con abilità e arte quelle opere di pregevole fattura ed eleganza che si possono ammirare nei musei di tutto il mondo, e che a Napoli si possono vedere al Piccolo Museo del Cammeo
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