L’ Accademia di Belle Arti è ubicata nell’ex convento di San Giovanni, riadattato da Enrico Alvino, il quale riutilizza in parte le strutture preesistenti. I lavori, iniziati nel 1864 da Enrico Alvino, saranno terminati da Giuseppe Pisanti, autore dell’imponente scalone alla cui sommità si apre la biblioteca e la galleria che custodisce opere di molti artisti meridionali dell’Ottocento e dei primi del Novecento.
L’idea di trasformare una raccolta in un nucleo permanente di una galleria d’arte moderna, all’interno dell’Istituto, è di Filippo Palizzi. Domenico Morelli, aiutato da Saverio Altamura, riordina il fondo esistente. La galleria nel corso del tempo è stata aperta e chiusa più volte a causa di problemi legati all’umidità, ai lucernari, agli eventi bellici. Il 2005 segna la riapertura al pubblico della Galleria dell’Accademia e la sistemazione definitiva delle opere al suo interno.
La Galleria dell’Accademia di Belle Arti ospita dipinti, sculture e disegni dal XVI al XX secolo, attraverso cui è possibile ricostruire la storia dell’istituzione. La Sala Palizzi riveste particolare importanza per le opere di Filippo Palizzi e dei suoi fratelli.
E’ possibile vedere le opere di artisti della scuola di Posillipo, di pittori francesi e della scuola napoletana come Domenico Morelli, Francesco Saverio Altamura o Gioacchino Toma. Questo solo per citarne alcuni. Come esponenti della scultura napoletana si citano, invece, Achille D’Orsi e Vincenzo Gemito.
L’Accademia di Belle Arti è la location di due celebri film di Nanni Loy: Le quattro giornate di Napoli, e Scugnizzi.
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