L’adozione – e la cura dei resti soprattutto teschi detti “le capozzelle” – corrisponde a un’anima abbandonata detta “pezzentella”. In via Fontanelle si trovano molte cave dove è stato preso il tufo per l’edilizia urbana. Le grandi caverne, in seguito, sono state usate anche come ossario e il Cimitero delle Fontanelle ne è un esempio. L’origine risale al XVI secolo quando la città veniva colpita da rivolte, carestie ed epidemie. Visto l’enorme numero di vittime, occorreva trovare un luogo isolato dove seppellire i defunti. Negli anni, il numero dei defunti aumenta rapidamente e nel 1872, Don Gaetano Barbati dispone una sistemazione dei resti.
Il Cimitero delle Fontanelle si trova nel quartiere Sanità. Un quartiere ricco di storia e tradizione. Le migliaia di ossa conservate in queste gallerie scavate nel tufo e il rituale delle anime del Purgatorio sono immortalati in film come Pasqualino Settebellezze, Viaggio in Italia, I guappi e Il mistero di Bellavista.
Il Cimitero delle Fontanelle ha fatto da sfondo a svariati set cinematografici nel Rione Sanità. Le migliaia di ossa conservate in queste gallerie scavate nel tufo e il rituale delle anime del Purgatorio sono immortalati in film come Pasqualino Settebellezze, Viaggio in Italia, I guappi e Il mistero di Bellavista.
La data in cui la Cava delle Fontanelle diventa il Cimitero delle Fontanelle è il 1654 quando la peste si abbatte sulla città di Napoli. In quel periodo, il Cimitero delle Fontanelle stipava 250.000 salme su una popolazione di 400.000 abitanti. A questa disgrazia seguirono altre carestie: tre rivolte popolari e altrettanti terremoti, nonché cinque eruzioni del Vesuvio. Ogni volta si utilizzò il Cimitero delle Fontanelle per accogliere le salme.
Nel 1764, il Comitato di Pubblica Sanità destino il Cimitero delle Fontanelle alla sepoltura delle salme della bassa popolazione, che non trovavano posto nelle pubbliche sepolture delle chiese all’interno della città. A seguito dell’editto di Saint-Cloud del giugno 1804, l’architetto Carlo Praus presenta nel 1810 un progetto per la costruzione di un vasto camposanto mediante l’ampliamento dell’antica necropoli delle Fontanelle.
Nel 1837, il Consiglio Sanitario ordinava di depositare i corpi delle vittime del colera sempre nel Cimitero delle Fontanelle. Nello stesso anno, un’ordinanza bandì gli ossari da tutte le parrocchie delle città. Il provvedimento ordinava poi di trasferire le salme al Cimitero delle Fontanelle. Un gran numero di carri, trasportarono all’ossario cataste di resti mortali.
Il cimitero rimase abbandonato fino al 1872, quando Don Gaetano Barbati, con l’aiuto di popolane mise in ordine le ossa, tutte anonime, nello stato in cui ancora oggi si vedono. Eccezione è fatta per due scheletri: quello di Filippo Carafa Conte di Cerreto dei Duchi di Maddaloni, morto il 17 luglio 1797 e di Donna Margherita Petrucci nata Azzoni morta il 5 ottobre 1795. Entrambi riposano in bare protetti da vetri.
No Reviews